FRANCESCA DE RÍMINI
Personajes
GUIDO |
Señor de Rávena |
Bajo |
La acción transcurre en Rímini en el siglo XIII.
ATTO PRIMO
Scena Prima
(Vestibolo del palazzo di
Lanciotto. In prospetto, al di là
GUIDO, CORO Lo squillar delle trombe guerriere, il cozzar degli scudi cessò. Invocata fra larmi e le schiere, scese pace e gli sdegni sedò. Lieta la patria, sorta dal pianto, si ricompone il regio manto che ria discordia insanguinò. Lode al forte, che al lauro novello, cui vittoria al suo crin destinò, preferì miglio serto e più bello dellolivo che i rami spiegò.
(si sente una marcia festiva)
Al prode innalzino giulivi canti le madri tenere le fide amanti, di cui gli spasimi ei terminò.
LANCIOTTO Dolce a guerrier magnanimo, che lnemico ha vinto, tornar di spoglie cinto, trofei di gloria e onor. Più dolce al cor del prode, al patrio ben intento, tornar fra suoi contento, di pace apportator. Ma nel gioir perché palpita in sen il cor? Ah sì, ti sento in me, tu mi tormenti, amor.
GUIDO, CORO Non temer, le darà calma il parlar del genitor.
LANCIOTTO (fra sé) Ah, se potessi credere chio delirai finora!... Ah, se damarla ancora fosse concesso al cor! Oh, quante amare lagrime mi tergerebbe Amor.
GUIDO, CORO Calma del cor i palpiti, lalma a gioir appressa: sorte felice è questa che ti promette Amor.
LANCIOTTO Ite, o guerrieri, e questa gloriosa per noi pace, formata col sir dUrbino, a festeggiar chiamate con giuochi e con tornei i prodi di Ravenna e i prodi miei.
(Parte il seguito)
LANCIOTTO (A Guido) Alla guerriera festa vo presente Francesca; a lei preghiera farne dèi tu. Sperar mi giova, o Guido, chella a cotanto intercessor consenta.
GUIDO Non dubitar, ella ne fia contenta. Dello spettacol lieto ella solea prender diletto un giorno; e allor che in corte ospite accolsi il tuo gentil germano, a lui di propria mano, nelle splendide giostre, il premio del valor sovente porse.
LANCIOTTO Ah, non lodiava allor.
GUIDO E lodio or forse?
LANCIOTTO Ah, Guido!... Ella il detesta, laborre sì, che né vederlo mai, né soffrirlo presente un solo istante volle in mia reggia.
GUIDO Ah, che mai dici! Un tempo così odioso oggetto a lei non era il giovine gentil. Ondè che tanto possa abborrirlo adesso?
LANCIOTTO Di mio germano il nome è colpa in esso. Altra dellodio suo trovar cagione non può Lanciotto.
GUIDO A lei mi guida. Io voglio interrogar quel core; alla mia voce risponderà, qual ei solea, sincero.
LANCIOTTO Sei padre, o Guido; in te riposo e spero.
(partono)
Scena Seconda
(Gabinetto nellappartamento di Francesca. Unalcova in prospetto, chiusa da lunghe cortine)
DAMIGELLE Presso al meriggio è il sole, tutto è rumor dintorno; ella, che sorger suole allalbeggiar del giorno, le ancelle ancor non chiama, chiusa tutor si sta. Il genitor la brama... Osiam... vediam che fa.
(aprono le cortine, e vedessi linterno della stanza dovè posto il letto di Francesca. Ella, in vesti succinte, è seduta ad un tavolino col capo appoggiato sopra alcuni libri aperti. Presso di lei è un doppiere spento)
FRANCESCA (in sogno) Oh Dio!
DAMIGELLE Silenzio... Ella sospira.
FRANCESCA Oh dio!
DAMIGELLE Silenzio... Ella sospira.
FRANCESCA Ascolta, ascolta Ah!
(si sveglia)
DAMIGELLE Si desta.
FRANCESCA (Fra sé) Sparì Questè la stanza del mio dolor Ecco le carte ancora dal mio pianto bagnate... Io son la stessa donna infelice E dagli affanni oppressa.
(delirando)
Ma pure io lho veduto. Ei mi parlò
(rasserenandosi)
Dolce allorecchio ancora mi suona la sua voce, e questa mano sente limpronta di quel labbro amato Egli è presente ancor al cor beato. Seco dun rio sul margine Sedeva in prato ameno; era la notte placida, rideva il ciel sereno, e a noi spirar sembravano celeste ambrosia i fior. Si unian sospiri e palpiti, alma si univa ad alma. Per non turbarne il giubilo era natura in calma; lacque, le fronde, i zeffiri parean parlar damor.
(Forte)
Che mai dissi Oh ciel!... Sognai Me infelice, io delirai!...
(Fra sé)
Bellalme che vedete il mio crudel tormento, abbiate in tal momento pietà dun fido cor. O speme mia gradita, deh tu non abbandona; questanima smarrita deh vieni a consolar.
DAMIGELLE Oh speme mia gradita deh tu non labbandona quellanima smarrita deh vieni a consolar.
(si ritirano)
FRANCESCA Ah, vieni, cara Isaura. Un dì men tristo sembra questo per me.
ISAURA Più che non pensi. A te ritorna il padre. A consolarti ei viene.
FRANCESCA Dolce mi fia vederlo
ISAURA Eccolo!
FRANCESCA Oh Dio! Seco è Lanciotto Il piè mi regge appena
GUIDO Figlia!
FRANCESCA Padre.
LANCIOTTO O sposa!
FRANCESCA (nelle braccia di Guido. Fra sè) Oh voce!... Oh pena!
(breve silenzio)
LANCIOTTO (risentito) Francesca Omai deh svela La sorgente funesta di quel dolor onde il tuo core è vinto.
FRANCESCA La mia tristezza è naturale istinto. Far chei taccia, non posso Io ben tel dissi, rammentarlo dèi tu, che andarne sposa era andarne al supplizio.
LANCIOTTO Oh ciel! Tu meco dunque infelice sei?
FRANCESCA (a Lanciotto) Presso a ciascun sarei e qualmente infelice.
(a Guido)
Io per le nozze nata non era: Irresistibil forza me al ritiro chiamava. A te, piangendo, un ritiro chiedeva; me lo negava paterna autorità. Vedi qual frutto delle mie nozze hai colto: eterno pianto.
GUIDO Oh figlia mia!
LANCIOTTO Che ascolto! Donna, le tue parole mhanno trafitto il cor Mal tu travisi del ver laspetto Ardi dunaltra fiamma
FRANCESCA Io!... Che dici?...
GUIDO (risentito) Lanciotto!... Al sangue mio non far tal onta.
LANCIOTTO (frenandosi) Al mio dolor perdona gli acerbi detti miei. Pace io non ho, se manca pace a lei. Donna, per farti lieta darei la vita istessa. Deh tu dal pianger cessa, più non negarmi amor. Il tuo consorte acqueta, conforta il genitor.
FRANCESCA Assai penò questalma Hanno confin le pene. Tregua dal tempo ottiene qualunque sia dolor. Avrà dal tempo calma il mio tormento ancor.
LANCIOTTO, FRANCESCA, GUIDO (Fra sé) Ah, se potessi accogliere questa lusinga in seno, dun avvenir sereno si pascerebbe il cor.
LANCIOTTO Dunque, o donna, ancor mi lice lusingarmi di tua pace?
FRANCESCA Io lo spero: il cor mel dice.
GUIDO Il cor deh sia verace.
LANCIOTTO Al torneo sarai presente? Farai forza al cor dolente?
FRANCESCA Tutto, tutto far prometto per calmar il padre e te.
LANCIOTTO (abbracciandola) Chio tabbracci e stringa al petto! Gioia estrema or sento in me.
FRANCESCA (ritirandosi) Ah, signor...
LANCIOTTO (risentito) Signor?...
(incalzando)
Non osi sposo chiamarmi?...
FRANCESCA Ah, padre
GUIDO Figlia infelice!
FRANCESCA Oh Dio!
LANCIOTTO, FRANCESCA, GUIDO Oh ria fatalità! Fra tanti pensieri si perde questalma: la speme, la calma non ho più nel cor. Frenar il mio sdegno, se bramo, se tento, mopprime il tormento, mi manca il valor.
(partono)
Scena Terza
(Piazza di Rimini; da un lato, il palazzo di Lanciotto)
PAOLO Quanto ti deggio, o pace! Il patrio suolo alfin premo per te. Per te mi è dato salutar i miei tetti e beber laura che Francesca respira. O cara donna! Più fuggirti non so. Da te lontano cercai la morte invano. Il rio destino mi trascina a morir a te vicino. Mi vedrai nel ciglio ancor quella fiamma scintillar, che né tempo né dolore ha potuto in me scemar. Un sol guardo a te dirà la mia speme, il mio martir, il tuo cor mintenderà, e tremando e palpitando al mio cor risponderà con un tenero sospir. Questa speme che mavanza calma sola il mio dolore, ma so ben che la speranza è un inganno dellamor. Ah, se posso al caro bene ispirar di me pietà, la memoria di mie pene fin soave a me sarà. Vadasi
(nellatto di entrare nel palazzo si arresta)
Ondè chio tremo?... Un dio possente soppone a passi miei. Da quelle soglie cui mi guida la colpa, ah mi respinge invisibil potenza Alcun savanza Festivo stuol di cavalier sappressa Non ci mostriam.
(va in disparte)
CORO Ai prodi onore! Alla beltade omaggio! Voli chi caldo ha il core damore e di coraggio. Voli: larringo è aperto; serto onorato avrà. Non vha più nobil serto, poiché Francesca il dà.
PAOLO (Fra sé) Ciel! Chi mai vedo? È dessa
GUIDO Vieni: al vederti, lieta esulta ogni alma.
LANCIOTTO Impazienti, i prodi attendono listante in cui far prova innanzi agli occhi tuoi di coraggio e virtude.
FRANCESCA Oh de miei primi felici dì feste solenni e giochi, deggio vedervi ancor! Il mio pensiero ricorre, o padre, alla tua corte antica, a ridenti anni miei.
LANCIOTTO Rinnovellarli a te spetta, o Francesca. Oggi tu stessa al più valente cavalier darai il premio del valor.
PAOLO (mostrandosi) A tempo io giungo per riportarlo da sì bella mano.
FRANCESCA Ciel! Qual voce!...
LANCIOTTO Tu, Paolo!
PAOLO O mio germano!
(si abbracciano)
FRANCESCA Traggimi altrove, o padre Reggimi, per pietà...
GUIDO Francesca!
LANCIOTTO Sposa! Impallidisci!... E tremi!...
FRANCESCA Il cor mi manca Non mi sostiene il piè...
(sabbandona fra le braccia del padre. Accorrono le damigelle e la sostengono)
GUIDO Francesca!... Ahí lasso! Fredda ed immobil giace.
LANCIOTTO (a Guido) Alle sue stanze la riconduci, né lasciarla sola.
PAOLO (Fra sé) Tremo Non oso proferir parola.
(Francesca parte, accompagnata da tutto il corteggio)
LANCIOTTO Mabbraccia, o Paolo. Il più infelice io sono dognuomo che viva.
PAOLO Sposo a Francesca, esser misero puoi? Se vè nel mondo felicità, sola è riposta in quella impareggiabil donna.
LANCIOTTO (Para sí) Oh qual favella.
(Forte)
Eppur vicino a lei misero io sono. Da duol segreto oppressa vedo languir Francesca.
PAOLO Ella?... Che sento!
LANCIOTTO Da suoi begli occhi è spento il dolce raggio, ed appassito il fior di sua beltà divina ella mi sfugge, né di un sorriso mai, né dun amplesso i miei timori acqueta Io ben mavveggio chella non mama Arde dun altro oggetto
PAOLO Cielo! Di chi?
LANCIOTTO Lignoro
(Fra sé)
Oh qual sospetto!
(Dopo un momento di silenzio e simulando, a Paolo)
Vedi se vi ha più barbaro del mio destino in terra; vedi che orribil guerra nellanima mia si fa.
PAOLO Sì, quanto me sei misero, degno di pianto sei. Perdere il cor di lei è duol che igual non ha.
LANCIOTTO (Fra sé) Ah, qual parlar!
PAOLO (Fra sé) Mi perdo.
LANCIOTTO (Fra sé) Cresce il sospetto mio.
PAOLO (Fra sé) Fuori di me son io.
LANCIOTTO, PAOLO (Fra sé) Tutto mavvampa il sen. Se mi vedesse il core, pietà le desterei; poveri affetti miei, ah non vi so frenar.
LANCIOTTO Se di me pietà tu senti, non partir; per me tadopra. Il rivale si discopra che involarla ardisce a me.
PAOLO De segreti suoi tormenti forse amor cagion non è.
LANCIOTTO (con fuoco) Ma se il fosse?...
PAOLO (Fra sé) Oh affanno orrendo!
LANCIOTTO (con fuoco) Ma se il fosse?...
PAOLO (esitando) Allor
LANCIOTTO Tintendo. Allidea di tanto oltraggio di pensar non ho coraggio, al furore ed alla pena chio minaccio al traditor.
PAOLO Ah ti calma, lire affrena: innocente è forse ancor.
LANCIOTTO Nel fiero contrasto mi palpita il core, e il crudo tormento, lacerbo dolore opprime questalma sì fiero, spietato, che pace, che calma per me più non vè.
PAOLO Godeva felice la pace damore, e in tanto contento lacerbo dolore oppresse questalma sì fiero, spietato, che calma, che pace per me più non vè.
(partono)
Scena Quattro
(Appartamento di Francesca)
FRANCESCA Ei ritornò... Lo vidi...
(siede pensosa, poi si alza)
Un dio nemico a me lo guida. Il mio delirio è al colmo, vampa ardente è il mio cor... Deh non offrirlo a miei sguardi mai più, cielo clemente, fa chio morire almen possa innocente.
(siede di nuovo e prende un libro)
Da sì fatale oggetto sallontani il pensier.
(legge tacitamente)
PAOLO (arrestandosi sullingresso. Fra sé) Eccola Oh cielo! Non so fuggirla Irresistibil forza ver lei spinge, e a riamner mi sforza.
(si avanza a poco a poco)
FRANCESCA (interrompendo la lettura- Fra sè) Funesta istoria! Ogni tuo senso infonde velen nelle mie piaghe. Amor ti scrisse collistesso suo dardo.
PAOLO Francesca!
(avvicinandosi)
FRANCESCA Ah, tu!... Signor?
PAOLO (Fra sé) Io gelo!
FRANCESCA (Fra sé) Io ardo!
(Breve silenzio)
PAOLO Turbata sei, o Francesca?
FRANCESCA Io sì; piangeva di Lancillotto e di Ginevra i mali...
(mostrando il libro)
Trista istoria leggeva.
(prendendo il libro e sedendo presso a lei)
PAOLO Tenero core! Pur concedette Amore qualche dolcezza aglinfelici amanti! Compensa un sol contento eterni pianti. Ascolta:
(legge)
Assiso di Ginevra al fianco è il cavalier: Pende dal suo bel viso; il desiato riso vagheggiando sospira, e il dolce assenso legge in quegli occhi della sua ventura. Fortunato guerrier!
FRANCESCA (Fra sé) Crudel lettura!
(A Paolo)
Taci basta non più!
PAOLO (teneramente) Seguir mi lascia; chio milluda, concedi. A te daccanto Lancillotto son io; tu sei Ginevra.
FRANCESCA (Fra sé) Ah più non reggo Oh Dio!
PAOLO (segue a leggere con somma passione) O mia diletta, (esclama) felice il cor che tama! Ma più dun dio beato se amato io son da te.
(cessa di leggere porge il libro a Francesca e dice:)
Vedi la bella come risponde a lui. Leggi: udirlo voglio da labbri tui.
FRANCESCA (legge) Idolo mio, tu sei il sol degli occhi miei! Munisca eterna sorte in vita e in morte a te.
PAOLO E le parole estreme van replicando...
(ponendo gli occhi sul passo letto da Francesca)
FRANCESCA (abbandonandosi alla sua passione) i lieti amanti insieme.
PAOLO, FRANCESCA Idolo mio, tu sei il sol degli occhi miei! Munisca eterna sorte in vita e in morte a te.
PAOLO (alzandosi con trasporto) A te munisca morte almeno, o Francesca!
FRANCESCA (egualmente) A te dappresso spirar potessi, o Paolo!
PAOLO (inginocchiandosi) Amata donna! Le ginocchia io ti stringo.
FRANCESCA Ah, vanne!... Fuggi Deh salva i giorni tuoi
LANCIOTTO Cielo! Che vedo! Empia donna!... Ah, fellon!
FRANCESCA (Fra sé) Miseri noi!
LANCIOTTO Seduttore!
PAOLO (Fra sé) Minghiotti, o terra!
FRANCESCA (Fra sé) Ove mi celo?
LANCIOTTO Seduttor!
(snudando la spada)
Mori, infida!...
PAOLO (frapponendosi) Ah, no!... Tarresta.
LANCIOTTO (avventandosi a Paolo) Tu primiero
FRANCESCA Ah, no!... Pietà!
GUIDO Del comun dolce contento vengo a parte
LANCIOTTO Ah, taci!
FRANCESCA, PAOLO (Fra sé) Oh fato!
LANCIOTTO Fuggi, o padre sventurato; abbandona unempia figlia, è macchiato il nostronore, è infamata la famiglia. Il suo vile seduttore, fremi, è questi, è Paolo
TUTTI (gettando un grido) Ah!
FRANCESCA, LANCIOTTO (Fra sé) Copriti, o sol, dun velo, Notte e squallor ti prema, cela alla terra e al cielo la mia vergogna estrema... Eguale al mio supplizio lAverno in sen non ha.
TUTTI (Fra sé) Cela alla terra e al cielo la mia/sua vergogna estrema... Egual al mio/suo supplizio lAverno in sen non ha)
PAOLO (scuotendosi) Odi, Lanciotto: io solo trassi in error costei. Meco infierir tu dèi, volgi lacciaro in me.
FRANCESCA Me sola abbatti al suolo, quantunque io non sia rea. Per tuo fratello ardea pria desser moglie a te.
LANCIOTTO Perfida! E un cor mi desti pien dun altro amor?
FRANCESCA Mai non ti diedi il core: la destra sola avesti. Ma la ragion di stato la dava, e non lamor. Svenami: estremo fato mi tolga al mio dolor.
LANCIOTTO No: tu vivrai; ma vita peggior di morte assai. Guardie! Sia custodita.
PAOLO Fermate!
GUIDO Oh Dio, che fai?
PAOLO Chi muover passo ardisce, paventi il mio furor.
LANCIOTTO Empio! E tantosi?
FRANCESCA (a Paolo) Ah, calmati!...
LANCIOTTO (a Paolo) Trema.
(alle guardie)
Obbedite.
PAOLO Lanciotto!... Un rio spettacolo la reggia tua non abbia.
LANCIOTTO (avventandosi) Ah, traditor! Difenditi...
PAOLO (snudando la spada) Io di furore avvampo!
TUTTI Fermate Udite Ohimè!
(Fra sé)
A tante smanie e tante, bastante il cor non è.
(Forte)
Pace è per noi sparita, ah! Questo di pianto è giorno, ah! Furia dAverno uscita scuote la face intorno. Lempia magion di Pelope questa per noi sarà. A tanto orror resistere lanima mia non sa.
ATTO SECONDO
Scena Prima
CORO Rapido come al vento sparito è qui il piacer, e il breve suo contento si cangia in fier dolor. Voi numi pietosi, deh fate che lalma allombra riposi del vostro favor.
LANCIOTTO Lasciami!... Io son tranquillo... Pienamente tranquillo.
GUIDO Indarno tenti rassicurarmi tu con finta calma. Terribile nellalma vendetta volgi.
LANCIOTTO (fiero) E qual possio vendetta tentar sì cruda, che di tanta offesa minor non sia? Funesto dono, o Guido, di tua figlia mi festi.
GUIDO E a te ritorno per tuo meglio voglio; tu me lo rendi.
LANCIOTTO Tu a me ritorno? Va: troppo pretendi.
GUIDO Pretendo il dritto. Trema.
LANCIOTTO Io tremar! Tantosi? Ah, mio furor! Odi: né tu, né insieme Ravenna tua, né quante Italia ha spade valgano a torre a me la rea consorte; morte sola il potrà.
GUIDO (atterrito) Morte!
LANCIOTTO Sì, morte! Saprò punir, lo giuro, la tua perversa figlia: è onor che mi consiglia, mè sprono il mio rigor.
GUIDO (piangendo. Fra sé) Misero padre!
LANCIOTTO Vanne: al pianto io più mirrito. Avrai, mio cor tradito, conforto nel furor.
CORO Appieno è già compito Il cenno tuo, signor.
GUIDO (spaventato) Qual cenno!...
LANCIOTTO Fra ritorte lindegna invano or freme.
GUIDO Ah, pensa!...
LANCIOTTO La sua morte può lira in me scemar.
GUIDO, CORO (Fra sè) Oh istante! Or chi non geme? Il duol chi può frenar?
LANCIOTTO (Fra sé) Io sperai dAmor, dImene più propizie a me le faci Oh speranze mie fallaci! Oh fatale avversità!
(rimane assorto ne suoi pensieri)
GUIDO, CORO (Fra sè) Oh sventura! Orribil giorno! Cielo, destati a pietà.
(Pausa)
LANCIOTTO (scuotendosi) Ah, della perfida che odiar vorrei perché limmagine minsegue ognor: mentre questanima furor respira, ah, che per lei sospirar ancor. O tu che in petto magiti il core, indegno affetto, ti vincerò sì: sol di vendetta mi pascerò.
GUIDO, CORO (Fra sé) Oh come in petto di sdegno freme, sospira e geme, regger non può.
(Lanciotto parte col seguito)
Scena Seconda
(Atrio sotterraneo nel palazzo di Lanciotto che mette a diverse prigioni chiuse. Mentre due soldati aprono una prigione a destra, alcuni servi e le damigelle di Francesca escono in aria di profundo dolore, indi Francesca, accompagnata da Guelfo e da Isaura)
ISAURA, GUELFO, CORO Fra queste volte oscure, in questo cupo orror, sola col suo dolor farà soggiorno. Ciel, delle sue sventure tempra il crudel tenor, fa che riveda ancor i rai del giorno.
FRANCESCA È quello, o Guelfo, il loco, lalbergo è quello ove a morir mi danna di Lanciotto il furor?
GUELFO Gemendo il dico: egli è quello, o Francesca.
FRANCESCA O triste mura, men triste del mio cor: senza spavento, in voi figgo gli sguardi, io qui non trovo ombra e squallor bastante a nascondermi al ciel contaminato dal nefando amor mio: non lo sarìa nemmen la tomba...
(tace un momento: odesi un gemito che sembra uscire da una delle prigioni)
Oh Dio! Qual gemito! Qual voce! Guelfo, Isaura, che fu?... Crudel ambascia! Tremo in interrogarvi.
ISAURA I mali tuoi non far più gravi!...
FRANCESCA Ah, taci!... Taci: intendo... Paolo è punito anchesso... Oh colpo orrendo!
ISAURA Ciel... Francesca... Tu piangi!...
FRANCESCA È lultima lagrima dun misero amore, che spira, che muore, che speme non ha. Lasciate che scorra, furtiva, tacente, e il core dolente sollievo ne avrà.
ISAURA, GUELFO, CORO (Fra sé) Ah spera, infelice, ah spera nel fato: Lanciotto placato crudel non sarà
FRANCESCA (Fra sè) Invan resister tento al duolo che il sen mi scuote; regger il cuor non puote a tanta crudeltà. Da tutti abbandonata... ogni sperar è vano, sento che a brano a brano straziando amor mi va
ISAURA, GUELFO, CORO (Fra sé) Invan resister tenta al duol che il sen le scuote; regger il cuor non puote a tanta crudeltà
(Francesca savvia alla sua prigione, dovè rinchiusa. Entra Lanciotto colle guardie)
LANCIOTTO Ambi in mia man vi tengo. Il nembo, il tuono freme ad ambi sul capo. Omai più freno, più ritegno non ha: piombi, sì piombi, e in un sol punto atterri questa rea coppia. Il grido estremo alzi natura invano... Ben maggiormente, se vivesser costoro, dovresti un giorno inorridir per loro. Innanzi a me sian tratti entrambi i prigionier. Copriti, o core, dimpenetrabil ferro; e voi sugli occhi, ultrici furie, maddensate il velo. Eccoli.
PAOLO Ove son tratto?
(nel veder Francesca, fra sè)
Oh vista!
FRANCESCA (Fra sé, nel veder Paolo) Oh cielo!
LANCIOTTO Tu tremi, o donna? Tu, fellon, tu, vile, che mio fratello nominar non oso, tu impallidisci?
PAOLO In faccia tua, qual debbo senso probar che orror non sia? Non temo morte perciò: fia benefizio questo a me dovuto.
LANCIOTTO E lavrai dunque e presto; e lavrà teco appunto questa rea donna.
FRANCESCA Or via, che tardi? Sfoga in me il tuo sdegno. A te il piacer del colpo rapir potrebbe in breve il dolor fero che mi divora al tuo cospetto.
LANCIOTTO (amaramente) È vero, e ad appagarvi entrambi lento io non sono. Eccovi un ferro e un nappo:
(a Paolo)
Scegli qual vuoi tu primo.
PAOLO (per prendere il ferro) Il ferro eleggo.
FRANCESCA (arrestandolo) Fermati... Aspetta!... A tal rigor non reggo. Deh non volermi, o barbaro, al suo morir presente; risparmia al cor dolente latroce vista almen.
PAOLO Di quelle amare lagrime, deh spettator non farmi; lungi da lei piantarmi lascia il tuo ferro in sen.
LANCIOTTO Erraste insieme, o perfidi: sarete insieme puniti. Se voi cadete uniti, son vendicato appien.
PAOLO (afferrandolo) A me quel ferro...
LANCIOTTO Impugnalo.
FRANCESCA Spietato!... A me il velen.
(Paolo e Francesca, uno stringendo il ferro, laltra teniendo il nappo con una mano, alzano gli occhi al cielo pregando. Lanciotto è alquanto indietro, smanioso ed incerto)
PAOLO, FRANCESCA (Fra sé) Cielo, i miei voti/gemiti propizio intendi, il mio supplizio la colpa ammendi, riposo accordami in seno a te.
LANCIOTTO (Fra sé) Di nuove smanie furor mi accendi, da questi palpiti il cor difendi, costante e intrepido lo serba in me.
PAOLO Del mio sangue...
FRANCESCA Di mia morte...
PAOLO Empio, esulta!...
FRANCESCA Iniquo godi!...
(Mentre Paolo vuol ferirsi e Francesca appressa al labbro la tazza giunge frettoloso Guido con molto seguito darmati)
GUIDO Ah, fermate!...
LANCIOTTO (sorpreso) Guido!
PAOLO, FRANCESCA Oh sorte!
GUIDO Salvi siete...
LANCIOTTO E ardisci? Olà, custodi!...
GUIDO Fremi invan: nessun tascolta; la tua rabbia atroce e stolta spiacque infin a tuoi satelliti nonché ai prodi, ai cavalier.
FRANCESCA O mio padre!
PAOLO O nobil core!
LANCIOTTO Oh furore!
PAOLO, FRANCESCA, GUIDO Oh mio piacer!
LANCIOTTO Va, superbo, trionfi per poco: fia che duri brevora il tuo pianto. Più feroce, tremendo altrettanto, su questempi il mio sdegno cadrà!
GUIDO Taci, o stolto; de venti fia gioco il furor che minacci cotanto. Contro a te di salvarli mi vanto, benché il braccio maggravi letà.
PAOLO E FRANCESCA Ah, partiam da sì orribile loco; ah, fuggiam questo albergo di pianto. Son sì oppresso/a, smarrito/a son tanto, che parole il mio labbro non ha.
(Paolo, Francesca e Guido partono col seguito)
LANCIOTTO Oh rabbia! Io dunque sono così schernito? Io mi vedrò rapire socchi miei Francesca? I miei soldati istessi mi son nemici, e crudeltà si chiama il giusto sdegno mio, la mia vendetta.
(Entra Guelfo)
LANCIOTTO Guelfo, che rechi?
GUELFO Va, signor, taffretta. Fra i seguaci di Guido e i tuoi guerrieri ferve pugna crudel; vorrian Francesca condur quelli a Ravenna, e vorrian questi in Rimini arrestarla; e fiera intanto fra luna parte e laltra arde la lite.
LANCIOTTO Corriam: linciampo è a me opportuno.
ISAURA (frettolosa) Udite. Lira cessò: dellimprovvisa pace è Francesca cagion...
LANCIOTTO Come?
ISAURA Altamente protesta fece che né a te, né al padre volea darsi in poter, e si eleggeva per sua stanza un ritiro. Il padre istesso lo concede a lei.
LANCIOTTO Questo è il colpo peggior... Io la perdei.
(Partono)
Scena Terza
(Atrio interno di un monastero, vi si entra per una grande arcata in fondo, al di là della quale vedessi la cupola di un tempio gotico. Notte)
PAOLO Tace ogni cosa, ed in profonda calma riposan tutte di quel sacro albergo le abitatrici; ma non tu, Francesca... non tu riposi, e me tremando aspetti allestremo congedo. Ah sì, verrai, o come io ti giurai, su queste soglie al dì novello tu mi vedrai trafitto... il nostro fato omai nel cielo è scritto. Se troncando i giorni miei li donate a lei che adoro; no, da voi, pietosi dei, altra grazia io non imploro: consolate il mio tesoro, e contento io morirò.
(dopo qualche colpo di campana)
Oh Dio!...Qual feral suono!... Uninfelice in questistante istesso paga a natura il suo tributo estremo... Funesto augurio! Abbrividisco e tremo...
(ripete il suono di tanto in tanto)
Crudo amore, deh mi concedi Un momento sol di calma; lascia almeno che questalma cessi, oh Dio, di palpitar, sì! Numi spietati e barbari, fato crudel tiranno, non reggo a tantaffanno, non reggo a tal rigor.
(siede
sopra un banco di marmo,
A mezzo corso è giunta la notte omai... Lora prefissa è questa... Francesca compirà la sua promessa...
(si alza)
Silenzio! Alcun sappressa. Un calpestio lungo questatrio echeggia, E par che nesca furtivamente alcun.
FRANCESCA (avvicinandosi a lui) Paolo!
PAOLO (correndo a lei) Francesca!
FRANCESCA Tu in queste soglie... Ah, crudo, chi ti conduce a me?...
PAOLO Duolo, furore, di disperato amore tutte le smanie.
FRANCESCA Forsennato... E voi...
PAOLO Morir, saltro non posso, a piedi tuoi.
FRANCESCA Forse... non sai...
PAOLO Solo io, io so che tamo, e tuttaltro obblio. Che mi giurasti tu?... Parla!...
FRANCESCA Giurai fida serbarti il cor, e tel serbai. La mia destra ha solo il fiero: crudo il padre a lui la diede; il mio cor ei non possiede: tuo vivea e tuo morrà. Sio tamai, fra poco io spero la mia morte a te dirà.
PAOLO Ah crudel, non fia la morte prova a me che fida sei; viver meco e franger dèi il poter che altrui ti dà. Ah, se il vuoi, la nostra sorte lieta e dolce ancor sarà.
FRANCESCA Sciagurato!... Tu deliri...
PAOLO Ardo!... Avvampo!...
FRANCESCA Oh ciel, mi lascia...
PAOLO Chio ti vinca, o al piè ti spiri...
FRANCESCA Sorgi, fuggi...
FRANCESCA, PAOLO Oh cruda ambascia!... A quel pianto, a quegli accenti non resiste il cor tremante; perchio regga a tal istante nuevo core, o ciel, mi da, sì!
FRANCESCA Ah, tinvola: è giunta lora.
PAOLO Ciel! Qual ora?...
FRANCESCA Al tempio io vado.
PAOLO Ah no... Mi segui...
FRANCESCA E speri... ancora?
PAOLO Meco trarti, o spento io cado.
FRANCESCA Tu deliri.
PAOLO No, ben mio.
FRANCESCA Oh tormento!
PAOLO Oh rio soffrir!
FRANCESCA Ah mi lascia!
PAOLO Crudel, non credere, non lusingarti chio debba vivere e altrui lasciarti: non ha questanima la tua virtù, non è possibile chio viva più.
FRANCESCA Ah, non mi rendere più sventurata: assai questanima fu lacerata; non è possibile soffrir di più.
LANCIOTTO (dal fondo) Ah traditor, tho trovato... Tarresta... La vendetta i tuoi passi esplorò. Ti difendi!
FRANCESCA Ah, soccorso, pieta!
PAOLO Tallontana!
LANCIOTTO Furente son io!
FRANCESCA In me sola volgete il ferro!
(spirando)
Ah, son morta...
PAOLO (Fra sé) Ella è morta
LANCIOTTO Spirò...
PAOLO Muccida il ferro, anziché il duol muccida.
(si ferisce)
LANCIOTTO (va per trattenerlo) Fermati...
GUIDO Oh ciel! Quai grida! Lanciotto!... Ovè Francesca?
LANCIOTTO (amaramente) Eccola!
GUIDO (correndo a lei) Figlia! Tu luccidesti alfine, mostro feroce!
LANCIOTTO Luccise il suo delitto.
GUELFO E CORO Oh notte atroce! |
ACTO PRIMERO
Escena Primera
(Vestíbulo del palacio de Lanciotto. Al fondo se ve la gran plaza de Rímini. El lugar está adornado de trofeos militares. Caballeros, damas, pueblo, todos exultantes por la paz establecida)
GUIDO, CORO El sonido de las trompetas de guerra y el choque de los escudos cesó. Invocada entre las armas y los guerreros, desciende la paz y el odio remite. Feliz, la patria salida del llanto recompone el manto real que una malvada discordia ensangrentó. ¡Gloria al fuerte quien, en vez del laurel, destinado a sus sienes por la victoria, ha preferido otra corona, mejor: el olivo, cuyas ramas comienzan a despuntar.
(se escucha una marcha festiva)
¡Alabemos al valiente con festivos cánticos, pues él ha desterrado los terrores de las tiernas madres y los fieles amantes!
LANCIOTTO Dulce es para el magnánimo guerrero, que ha vencido a sus enemigos, regresar cargado con botín, gloria y honor. Más dulce es para el corazón del valiente, que se preocupa por su patria, volver feliz con los suyos trayendo la paz. Pero, en medio de la alegría, ¿por qué palpita mi corazón? ¡Ah, sí, te siento en mí, tú me atormentas, Amor!
GUIDO, CORO No temas, te calmarás cuando hables con su padre.
LANCIOTTO (Para sí) ¡Ah, si pudiera creer que he delirado hasta ahora!... ¡Ah, si volverla a amar de nuevo le fuera concedido a mi corazón! ¡Oh, cuántas lágrimas amargas me ahorrarías, Amor!
GUIDO, CORO Calma los latidos de tu corazón y prepárate para alegrar tu alma. Un destino feliz es el que te promete Amor.
LANCIOTTO ¡Marchad, oh guerreros, y disfrutad de la feliz paz firmada con el señor de Urbino! ¡Llamad para celebrar con juegos y torneos a los valientes de Rávena y a mis valientes seguidores!
(El séquito se va)
LANCIOTTO (A Guido) A la fiesta militar quiero que Francesca acuda. Tienes que rogárselo. Me queda esperar, oh Guido, que ella consienta ante tal embajador.
GUIDO ¡No lo dudes, ella estará feliz! De los alegres espectáculos ella solía disfrutar hace tiempo; y ahora que la Corte acoge a tu gentil hermano, a él, personalmente, en los espléndidos juegos le dará el premio a su valor.
LANCIOTTO ¡Ah! Entonces ¿no lo odia?
GUIDO ¿Por qué odiarle?
LANCIOTTO ¡Ah, Guido... ella lo detesta! Lo aborrece tanto que no soporta verlo ni sufrir su presencia por un solo instante en el palacio.
GUIDO ¡Ah, qué me dices! Hace tiempo que a ella el amable joven no le era tan odioso. ¿Cuál es la razón de su odio?
LANCIOTTO Debe ser por el nombre de mi hermano, otra explicación a su odio Lanciotto no es capaz de encontrar.
GUIDO ¡Llévame ante ella! Quiero interrogar su corazón: responderá a mi voz con sinceridad, como solía hacerlo.
LANCIOTTO Eres su padre, Guido, en ti confío y espero.
(salen)
Escena Segunda
(Apartamentos de Francesca. Una alcoba al fondo, cerrada por grandes cortinas)
DAMAS El sol está cerca del mediodía y todo bulle de actividad. Ella, que suele salir al amanecer del día, aún no ha llamado a sus doncellas. Permanece solitaria. Su padre la llama... ¡Atrevámonos... veamos qué hace!
(Abren las cortinas y se ve la cama de Francesca. Ella, con ropas ligeras, duerme sentada ante un escritorio. Junto a ella hay un candelabro apagado)
FRANCESCA (en sueños) ¡Oh, Dios!
DAMAS ¡Silencio... ella suspira!
FRANCESCA ¡Oh, Dios!
DAMAS ¡Silencio... ella suspira!
FRANCESCA Escucha, escucha ¡Ah!
(se despierta)
DAMAS Se despierta.
FRANCESCA (para sí, soñando) Desapareció... esta es la habitación de mi dolor Aquí están las cartas, bañadas aún por mis lágrimas Sigo siendo la misma mujer infeliz y oprimida por las desgracias.
(delirando)
Pero, sin embargo... lo he visto y él me ha hablado...
(volviendo a calmarse)
De nuevo dulce a mis oídos me suena su voz y mi mano siente la impronta de esos labios amados... Él vuelve a estar presente en el feliz corazón. Junto a él, a orillas de un río, estaba sentada en el agradable prado. Era una noche tranquila, reía el cielo sereno, y a nosotros nos parecía que las flores olían a ambrosía celestial. Se unían suspiros y latidos, y un alma se unía a la otra. Para no perturbar nuestra felicidad, la naturaleza estaba en calma; el agua, los bosques y los vientos parecían hablar de amor.
(Se despierta)
¡Qué digo! ¡Oh, cielos, soñaba! ¡Infeliz de mí, estaba delirando!
(Para sí)
Almas que veis mi cruel tormento, tened en este momento piedad de un fiel corazón. ¡Oh agradable esperanza mía, por favor, no me abandones; ven a consolar a mi alma perdida!
DAMAS ¡Oh agradable esperanza mía, por favor, no la abandones; ven a consolar su alma perdida!
(se retiran)
FRANCESCA ¡Ah, ven, querida Isaura! Parece que hoy estoy menos triste.
ISAURA Menos de lo que piensas. Tu padre vuelve a ti. Viene a consolarte.
FRANCESCA Estaré feliz de verlo.
ISAURA ¡Aquí está!
FRANCESCA ¡Oh Dios, Lanciotto está con él! Apenas me mantengo en pie.
GUIDO ¡Hija!
FRANCESCA ¡Padre!
LANCIOTTO ¡Oh, esposa!
FRANCESCA (en los brazos de Guido) ¡Esta voz! ¡Qué dolor!
(breve silencio)
LANCIOTTO (ofendido) Francesca desvela la fuente funesta del dolor que ha anidado en tu corazón.
FRANCESCA Mi tristeza es un instinto natural. No puedo hacerla callar... Ya te lo dije, tienes que recordarlo, que casarme era llevarme al suplicio.
LANCIOTTO ¡Oh, cielos! ¿Eres entonces infeliz conmigo?
FRANCESCA (a Lanciotto) Sería igual de infeliz con cualquiera.
(a Guido)
No he nacido para casarme; una fuerza irresistible me llamaba al retiro. A ti, llorando, imploré ir a un convento; pero me lo negó la autoridad paterna. Mira cuál es el fruto que con mi boda has conseguido: llanto eterno.
GUIDO ¡Oh, hija mía!
LANCIOTTO ¡Qué oigo! Mujer, tus palabras han atravesado mi corazón. Mal escondes el motivo de tu dolor Ardes por otro amor
FRANCESCA ¡Yo! ¿Qué dices?
GUIDO (ofendido) ¡Lanciotto, no deshonres mi sangre!
LANCIOTTO (conteniéndose) Perdona, el dolor me hace decir insensatas palabras. No tengo paz si ella no la tiene. Mujer, por hacerte feliz daría hasta mi vida. Deja de llorar, no me niegues tu amor. Acepta a tu esposo, reconforta a tu padre.
FRANCESCA Demasiado ha sufrido mi alma Pero las penas tienen un fin. El tiempo da tregua a cualquier dolor. Con el tiempo se calmará mi tormento.
LANCIOTTO, FRANCESCA, GUIDO (Para sí) ¡Ah, si pudiese acoger en mi pecho la esperanza de un futuro sereno, se calmaría mi corazón!
LANCIOTTO Entonces, mujer, ¿aún puedo tener esperanzas de regocijarme de tu paz?
FRANCESCA Eso espero: me lo dice el corazón.
GUIDO ¡Que tu corazón sea sincero!
LANCIOTTO ¿Estarás presente en el torneo? ¿Darás fuerza a mi dolorido corazón?
FRANCESCA Todo, prometo hacer todo para calmar a mi padre y a ti.
LANCIOTTO (abrazándola) ¡Déjame abrazarte y estrecharte en mi pecho! Siento en mí una enorme alegría.
FRANCESCA (retirándose) ¡Ah, señor!
LANCIOTTO (ofendido) ¿Señor?
(instándola)
¿No puedes llamarme esposo?
FRANCESCA ¡Ah, padre!
GUIDO ¡Infeliz hija!
FRANCESCA ¡Oh Dios!
LANCIOTTO, FRANCESCA, GUIDO ¡Oh cruel fatalidad! Entre tantos pensamientos se pierde mi alma. En el corazón no tengo esperanza ni calma. Si deseo, si intento frenar mi ira, me oprime el tormento y me falta el valor.
(salen)
Escena Tercera
(Plaza de Rímini; a un lado, el palacio de Lanciotto)
PAOLO ¡Cuánto te debo, oh paz! Gracias a ti, por fin piso la tierra patria. Por ti se me permite visitar mi hogar y beber el aire que respira Francesca. ¡Oh, amada mujer! No puedo huir más de ti. Lejos de ti busqué la muerte en vano. El cruel destino me empuja a morir cerca de ti. Verás de nuevo en mis ojos brillar esa llama que ni el tiempo, ni el dolor han podido menguar en mí. Una sola mirada te contará mi esperanza, mi dolor, tu corazón me entenderá, y temblando y palpitando responderá a mi corazón con un tierno suspiro. Esta esperanza que me empuja es lo único que calma mi dolor, pero bien sé que la esperanza es un engaño del amor. ¡Ah, si pudiera a mi bien amado inspirarle piedad, el recuerdo de mis penas sería dulce para mí! Vayamos
(al momento de entrar al palacio se detiene)
¿Por qué tengo miedo? Un poderoso dios se opone a mis pasos. A estas puertas a las que me guía la culpa, ¡ah! me rechaza una fuerza invisible. Alguien se acerca Un festivo ejército de caballeros se acerca No nos dejemos ver.
(se aparta)
CORO ¡Honor a los valientes! ¡Homenaje a la belleza! ¡Acuda presto quien tenga el corazón ardiente de amor y de valor! ¡Que venga rápido, pues el torneo comienza y obtendrá una honorable corona! No hay otra corona más noble, pues es Francesca quien la da.
PAOLO (Para sí) ¡Cielos! ¿Qué veo? ¡Es ella!
GUIDO ¡Ven, al verte, feliz se regocija mi alma!
LANCIOTTO Impacientes esperan los valientes el momento en el que demuestren, antes tus ojos, su coraje y virtud.
FRANCESCA ¡Oh, solemnes fiestas y torneos de mis felices años de juventud, os vuelvo a ver de nuevo! Mi pensamiento vuelve, padre, a la antigua Corte de mis alegres años juveniles.
LANCIOTTO A ti te corresponde renovarlos, Francesca. Hoy, al más valiente caballero darás el premio a su valor.
PAOLO (mostrándose) ¿Llego a tiempo para recogerlo de tan bella mano?
FRANCESCA ¡Cielos! ¿Esa voz?
LANCIOTTO ¡Tú, Paolo!
PAOLO ¡Oh, hermano mío!
(se abrazan)
FRANCESCA Llévame a otro lugar, padre... ¡Sujétame, por favor!
GUIDO ¡Francesca!
LANCIOTTO ¡Esposa! ¿Palideces? ¿Tiemblas?...
FRANCESCA Me falla el corazón No me sostienen los pies
(Cae en los brazos de su padre. Acuden las damas y la sostienen)
GUIDO ¡Francesca!... ¡Oh, desgraciado de mí! Fría e inmóvil yace.
LANCIOTTO (a Guido) ¡Llevadla a sus habitaciones, no la dejéis sola!
PAOLO (Para sí) Tiemblo... no me atrevo a hablar.
(Francesca sale, acompañada por todo el cortejo)
LANCIOTTO ¡Abrázame, Paolo! Soy el más infeliz de todos los hombres.
PAOLO ¿Puedes ser infeliz siendo esposo de Francesca? Si hay felicidad en el mundo, sólo está al lado de esa incomparable mujer.
LANCIOTTO (Para sí) ¡Oh, qué palabras!
(En voz alta)
Yo, sin embargo, junto a ella soy infeliz. Oprimida por un dolor secreto veo a Francesca languidecer.
PAOLO ¿Ella?... ¡Qué oigo!
LANCIOTTO El dulce rayo de sus bellos ojos se apagó y la flor de su divina belleza se marchitó... Ella me evita, y nunca con una sonrisa o con un abrazo calma mis temores. Bien me doy cuenta de que ella no me ama... Arde... por otra persona.
PAOLO ¡Cielos! ¿Por quién?
LANCIOTTO Lo ignoro...
(Para sí)
¡Oh, que sospecha!
(tras un momento de silencio, disimulando, a Paolo)
¿Habrá otro destino más cruel que el mío sobre tierra? ¿No ves la horrible guerra que se libra en mi alma?
PAOLO ¡Sí, cuánta lástima me das! Eres digno de ser compadecido. Haber perdido el corazón de ella es un dolor que no tiene parangón.
LANCIOTTO (Para sí) ¡Ah, qué palabras!
PAOLO (Para sí) Me pierdo.
LANCIOTTO (Para sí) Crece mi sospecha.
PAOLO (Para sí) Estoy fuera de mí.
LANCIOTTO, PAOLO (Para sí) Me arde el corazón en el pecho. si él me viese. se movería a compasión! Pobres sentimientos míos, ¡ah, no puedo frenaros!
LANCIOTTO Si sientes piedad por mí, ¡no te vayas, ayúdame! Descubramos al rival que osa arrebatármela.
PAOLO De sus secretos tormentos tal vez el amor no sea la causa.
LANCIOTTO (estallando) Pero ¿y si lo fuese?
PAOLO (Para sí) ¡Oh, terrible angustia!
LANCIOTTO (estallando) Pero ¿y si lo fuese?
PAOLO (dudando) Entonces...
LANCIOTTO Te entiendo. La idea de tamaño ultraje no tengo el valor de imaginar. El traidor no sabe el castigo que le tiene reservado mi furor.
PAOLO ¡Ah, cálmate, refrena tu ira! Quizá sea inocente.
LANCIOTTO En un tremendo conflicto duda mi corazón. Un cruel tormento y un amargo dolor despiadadamente oprimen mi alma. Mi corazón no conoce ni la paz ni la calma.
PAOLO Disfrutaba feliz la paz del amor cuando, en medio de tanta alegría, el amargo dolor oprime mi alma. Ya no hay para mí ni paz ni calma.
(salen)
Escena Cuarta
(Habitación de Francesca)
FRANCESCA Él ha vuelto... Lo he visto...
(se sienta pensativa, luego se levanta)
Un nefasto día lo trajo ante mí. Mi delirio es máximo: mi corazón es una llama ardiente. Por favor, cielo clemente, no lo pongas ante mi vista, haz que al menos pueda morir inocente.
(se sienta de nuevo y coje un libro)
Alejemos el pensamiento de tan fatal deseo.
(lee en silencio)
PAOLO (deteniéndose en la puerta, para sí) Aquí está ¡Oh, cielos! No puedo alejarme de ella... Una fuera irresistible me empuja hacia ella y me obliga a quedarme aquí.
(se acerca poco a poco)
FRANCESCA (interrumpiendo la lectura, para sí) ¡Funesta historia! Cada sentimiento infunde veneno en mis heridas. Amor te escribió con su propia flecha.
PAOLO ¡Francesca!
(acercándose)
FRANCESCA ¡Ah, tú! ¿Señor?
PAOLO (Para sí) ¡Me congelo!
FRANCESCA (Para sí) ¡Ardo!
(Breve silencio)
PAOLO ¿Estás turbada, Francesca?
FRANCESCA Yo... sí, lloraba. Las desgracias de Lancelot y Ginebra...
(mostrando el libro)
Leía una triste historia.
(cogiendo el libro y sentándose junto a él)
PAOLO ¡Tierno corazón! ¡Que Amor conceda alguna dulzura a los infelices amantes! Una sola alegría compensa el llanto eterno. Escucha:
(lee)
Sentado junto a Ginebra está el caballero. Absorto en su bello rostro la deseada risa suspira anhelante, el dulce consentimiento a su deseo lee en sus ojos. ¡Afortunado guerrero!
FRANCESCA (Para sí) ¡Cruel lectura!
(A Paolo)
¡Calla... basta!
PAOLO (tiernamente) Déjame seguir. Concédeme la ilusión de que junto a ti yo soy Lancelot y tú Ginebra.
FRANCESCA (Para sí) ¡Ah, no puedo más! ¡Oh, Dios mío!
PAOLO (sigue leyendo con suma pasión) Oh, mi amada, (exclama) ¡feliz es el corazón que te ama! Más bendecido que un dios yo seré si soy amado por ti.
(deja de leer, le da el libro a Francesca)
Mira cómo le responde la bella. Léelo tú, quiero oírlo de tu boca.
FRANCESCA (lee) ¡Ídolo mío, tú eres el sol de mis ojos! Que la eterna suerte me una en vida y muerte a ti
PAOLO Y las últimas palabras se repiten...
(poniendo los ojos en el pasaje leído por Francesca)
FRANCESCA (abandonándose a su pasión) los felices amantes juntos.
PAOLO, FRANCESCA ¡Ídolo mío, tú eres el sol de mis ojos! Que la eterna suerte me una en vida y muerte a ti
PAOLO (levantándose con pasión) ¡Que al menos la muerte me una a ti, Francesca!
FRANCESCA (igualmente) ¡Que pueda morir junto a ti, Paolo!
PAOLO (arrodillándose) ¡Amada mujer! Abrazo tus rodillas.
FRANCESCA ¡Ah, vete!... ¡Huye! ¡Por favor, salva tu vida!
LANCIOTTO ¡Cielos! ¡Qué veo! ¡Mujer pecadora!... ¡Ah, felón!
FRANCESCA (Para sí) ¡Pobres de nosotros!
LANCIOTTO ¡Seductor!
PAOLO (Para sí) ¡Tierra, trágame!
FRANCESCA (Para sí) ¿Dónde me escondo?
LANCIOTTO ¡Seductor!
(desenvainando la espada) ¡Muere, infiel!...
PAOLO (interponiéndose) ¡Ah, no... detente!
LANCIOTTO (abalanzándose hacia Paolo) ¡Tú primero!
FRANCESCA ¡Ah, no! ¡Piedad!
GUIDO De la gran alegría de su retorno acabo de enterarme...
LANCIOTTO ¡Ah, calla!
FRANCESCA, PAOLO (Para sí) ¡Oh destino!
LANCIOTTO ¡Huye, padre! Abandona a una hija pecadora, nuestro honor ha sido manchado y ultrajada han sido nuestras familias. Su vil seductor, tiembla, es este... ¡es Paolo!
TODOS (lanzando un grito) ¡Ah!
FRANCESCA, LANCIOTTO (Para sí) ¡Cúbrete, oh sol, con un velo! Que la noche y la miseria oculten a la tierra y al cielo mi gran vergüenza... Tortura tan grande como la mía no la hay ni en el mismo infierno.
TODOS (Para sí) Oculta a la tierra y al cielo ni/su gran vergüenza... Tortura tan grande como la mía/suya no la hay ni en el mismo infierno.
PAOLO (conmovido) Escucha, Lanciotto. He sido yo quien la llevó al error a ella. Es conmigo con quien debes enojarte, vuelve la espada hacia mí.
FRANCESCA ¡Arrójame al suelo a mí sola, aunque no sea culpable! Ardía de deseo por tu hermano antes de ser tu esposa.
LANCIOTTO ¡Pérfida! ¿Y me diste un corazón lleno de amor por otro?
FRANCESCA Nunca te di mi corazón; tan sólo te di mi mano. Pero fue por razones de Estado que te la di, no por amor. Mátame, que mi destino final ponga fin a mi dolor.
LANCIOTTO No, vivirás, pero una vida mucho peor que la muerte. ¡Guardias, llevadla a prisión!
PAOLO ¡Quietos!
GUIDO ¡Oh, Dios! ¿Qué haces?
PAOLO Quien se atreva a dar un paso se enfrentará a mi furor.
LANCIOTTO ¡Malvado! ¿Tanto osas?
FRANCESCA (a Paolo) ¡Ah, cálmate!...
LANCIOTTO (a Paolo) ¡Tiembla!
(a los guardias)
¡Obedeced!
PAOLO ¡Lanciotto, que en tu palacio no se vea tan cruel espectáculo!
LANCIOTTO (abalanzándose) ¡Ah, traidor, defiéndete!
PAOLO (desenvainando la espada) ¡Ardo de rabia!
TODOS ¡Parad! ¡Escuchad! ¡Ay!
(Para sí)
Tantas locuras mi corazón no puede soportar.
(En voz alta)
¡Ay, la paz ha desaparecido para nosotros! ¡Ay, este es un día de llanto! Una furia salida del infierno agita todas las antorchas. Esta va a ser para nosotros como la malvada casa de Pélope. Resistir tanto horror no puede mi alma.
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
CORO Rápido como el viento ha desaparecido el placer, y su breve alegría se ha transformado en fiero dolor. Vosotros, piadosos dioses, por favor, haced que su alma descanse a la sombra de vuestro favor.
LANCIOTTO ¡Dejadme!... Estoy tranquilo... Completamente tranquilo.
GUIDO En vano intentas tranquilizarme con tu fingida calma. En tu alma anida una terrible venganza.
LANCIOTTO (fiero) ¿Y qué venganza puedo encontrar que no sea menor que la ofensa recibida? Un fatal regalo, Guido, me diste con tu hija.
GUIDO Y por tu bien quiero recuperarla; devuélvemela.
LANCIOTTO ¿Devolverla? Vete, quieres demasiado.
GUIDO Quiero lo que es mi derecho. ¡Tiembla!
LANCIOTTO ¿Temblar yo? ¿A tanto te atreves? ¡Ah, mi furor! Escucha: ni tú, ni tu entera Rávena, ni todas las espadas de Italia pueden arrebatarme a mi culpable esposa; sólo lo podrá conseguir la muerte.
GUIDO (aterrorizado) ¡La muerte!
LANCIOTTO ¡Sí, la muerte! Sabré castigar, lo juro, a tu perversa hija. Es el honor quien me aconseja impulsado por el rigor.
GUIDO (llorando. Para sí) ¡Mísero padre!
LANCIOTTO Vete, tu llanto me irrita aún más. Tendrás, traicionado corazón mío, consuelo en la ira.
CORO Acaban de cumplirse tus órdenes, señor.
GUIDO (aterrado) ¿Qué órdenes?...
LANCIOTTO Entre grilletes tiembla ahora la indigna.
GUIDO ¡Ah, recapacita!
LANCIOTTO Sólo su muerte podrá calmar mi ira.
GUIDO, CORO (Para sí) ¡Oh instante! ¿Quién no llora ahora? ¿Quién puede refrenar su dolor?
LANCIOTTO (Para sí) Yo esperaba que los ardores del himeneo, me fueran más propicios... ¡Oh, mentirosas esperanzas mías! ¡Oh, fatal adversidad!
(permanece absorto en sus pensamientos)
GUIDO, CORO (Para sí) ¡Cielo, despierta a la piedad!
(Pausa) (agitándose) De la malvada a quien quisiera odiar, ¿por qué su imagen me persigue por doquier; mientras mi alma respira odio? ¡Ah, todavía suspiro por ella! ¡Oh, tú que agitas mi corazón en mi pecho, indigno cariño, te venceré, sí! En adelante sólo de venganza me alimentaré.
GUIDO, CORO (Para sí) ¡Oh, cómo se agita su pecho de odio! Suspira y gime, ya no aguanta más.
(Lanciotto parte con su séquito)
Escena Segunda
(Subterráneo del palacio de Lanciotto. Dos soldados abren una puerta y salen
algunos
ISAURA, GÜELFO, CORO En estas oscuras bóvedas, entre este lúgubre horror, ha de vivir sola con su dolor. Cielo, de sus desventuras templa el cruel contenido, y haz que vuelva a ver los rayos del sol.
FRANCESCA ¿Es éste, Güelfo, el lugar, en el que me condena a morir el furor de Lanciotto?
GÜELFO Gimiendo te lo digo: éste es el lugar, Francesca.
FRANCESCA ¡Qué tristes muros aunque menos que mi corazón! Sin miedo fijo mi mirada en vosotros, y aquí no encuentro suficiente sombra y miseria para esconderme del cielo contaminado por mi nefasto amor. No, no lo sería ni siquiera la tumba...
(calla un momento; se escucha un grito que parece salir de una de las celdas)
¡Oh, Dios! ¡Qué grito! ¿Esa voz? Guelfo, Isaura, ¿qué sucede? ¡Cruel angustia! Temo preguntar.
ISAURA ¡No agraves más tus males!
FRANCESCA ¡Ah, calla!... ya entiendo... Paolo también está siendo castigado... ¡Oh, terrible golpe!
ISAURA Cielos... Francesca ¡Lloras!
FRANCESCA Es la última lágrima de un miserable amor que expira y muere sin esperanza. Déjala que caiga, furtiva y callada, así mi dolorido corazón tendrá alivio.
ISAURA, GÜELFO, CORO (Para sí) ¡Ah, espera, infeliz, espera en el destino, Lanciotto, una vez aplacado, no será cruel
FRANCESCA (Para sí) En vano intento resistir el dolor que sacude mi pecho. Mi corazón no resiste tanta crueldad. Abandonada por todos... cualquier esperanza es vana, siento que poco a poco el amor me está destrozando.
ISAURA, GÜELFO, CORO (Para sí) En vano intenta resistir el dolor que sacude su pecho; su corazón no resiste tanta crueldad
(Francesca se dirige a su celda, donde es encerrada. Entra Lanciotto con guardias)
LANCIOTTO Ambos están en mis manos. Rayos y truenos rugen sobre sus cabezas. Ya no hay nada que los frene y los retenga. Que caigan, sí, que caigan y en el mismo lugar golpeen a la culpable pareja. En vano la naturaleza alza su último grito... Si ellos vivieran el horror no me lo perdonaría. ¡Traed ante mí a los dos prisioneros! Cúbrete corazón, de impenetrable hierro; y vosotras, vengativas furias, cubrid mis ojos con un denso velo. Aquí están.
PAOLO ¿Adónde me lleváis?
(Para sí, al ver a Francesca)
¡Oh visión!
FRANCESCA (Para sí, al ver a Paolo) ¡Oh, cielo!
LANCIOTTO Mujer, ¿tiemblas? Y tú, felón; tú, villano a quien no oso llamar hermano: ¿palideces?
PAOLO Ante tu presencia, ¿qué otra cosa puedo sentir que no sea horror? Por eso no temo la muerte: es lo que merezco.
LANCIOTTO Es lo que tendrás, y bien rápido. Y junto a ti lo tendrá también esta culpable mujer.
FRANCESCA ¡Adelante! ¿A qué esperas? Desahoga tu odio en mí. El placer de matarme podría arrebatártelo el profundo dolor que me devora ante tu presencia.
LANCIOTTO (amargamente) Es cierto, y en daros vuestro merecido no voy a ser lento. Ahí tenéis un puñal y un veneno:
(a Paolo)
Escoge tú primero.
PAOLO (yendo a coger el puñal) Escojo el puñal.
FRANCESCA (deteniéndolo) Detente ¡Espera! No soporto tanta crueldad. No quieras, cruel, que esté presente en su muerte. Ahorra al menos, a un dolorido corazón la atroz visión.
PAOLO De tus amargas lágrimas, por favor, no me hagas espectador. Déjame que lejos de ella me apuñale el pecho.
LANCIOTTO Puesto que pecasteis juntos, pérfidos, seréis castigados juntos. Si los dos perecéis juntos, apenas me sentiré vengado.
PAOLO (agarrándolo) ¡Dame el puñal!...
LANCIOTTO ¡Empúñalo!
FRANCESCA ¡Despiadado!... Dame el veneno.
(Paolo y Francesca, uno asiendo el puñal, la otra cogiendo el veneno, alzan los ojos al cielo rezando. Lanciotto está de pie algo más atrás, frenético y dubitativo)
PAOLO, FRANCESCA (Para sí) Cielo, mis votos/gemidos escucha propicio; mi suplicio y mi culpa perdona. Concédeme descansar en tu seno.
LANCIOTTO (Para sí) Nuevos ímpetus me enciende el furor. Que de sus penas se defienda mi corazón, que constante y valiente permanezca en mí.
PAOLO Con mi sangre...
FRANCESCA Con mi muerte...
PAOLO ¡Malvado, regocíjate!
FRANCESCA ¡Inicuo, disfruta!
(Mientras Paolo va a herirse y Francesca acerca la copa a sus labios llega Guido apresurado con muchos hombres armados)
GUIDO ¡Ah, deteneos!
LANCIOTTO (sorprendido) ¡Guido!
PAOLO, FRANCESCA ¡Oh, suerte!
GUIDO ¡Estáis a salvo!
LANCIOTTO ¿Y te atreves? ¡Aquí, guardias!
GUIDO ¡Revuélvete en vano: nadie te escucha! Tu estúpido y atroz odio ha desagradado a tus siervos y a tus caballeros.
FRANCESCA ¡Oh, padre mío!
PAOLO ¡Oh, noble corazón!
LANCIOTTO ¡Oh, rabia!
PAOLO, FRANCESCA, GUIDO ¡Oh, felicidad!
LANCIOTTO ¡Vete, orgulloso! Pero tu triunfo será breve. ¡Más feroz y tremenda mi venganza caerá sobre estos malvados!
GUIDO ¡Calla, estúpido, el viento arrastrará tus vanas amenazas! Para salvarlos me enfrento a ti, aunque la edad haya debilitado mis brazos.
PAOLO, FRANCESCA ¡Ah, vámonos de este horrible lugar! ¡Ah, huyamos de esta casa de lágrimas! Estoy tan oprimido/a y perdido/a que mi boca no tiene palabras.
(Paolo, Francesca y Guido salen con el séquito)
LANCIOTTO ¡Oh, rabia! ¿Me han burlado así? ¿Tengo que ver ante mis ojos cómo se llevan a Francesca? Mis propios soldados son mis enemigos, y llaman crueldad a mi justo odio y venganza.
(Entra Güelfo)
LANCIOTTO Güelfo, ¿qué traes?
GÜELFO ¡Vamos, señor, apresuraos! Entre los hombres de Guido y los nuestros, ha estallado una cruel pelea. Ellos quieren llevarse a Francesca a Rávena, y los nuestros que se quede en Rímini. Entre una parte y la otra arde la batalla.
LANCIOTTO ¡Vayamos; el incidente nos favorece!
ISAURA (apresurada) ¡Escuchad, cesó la batalla! Francesca ha conseguido la inesperada paz.
LANCIOTTO ¿Cómo?
ISAURA Protestó a gritos que no quería estar bajo el poder ni de su padre ni del tuyo, y ha elegido retirarse a un monasterio. Su propio padre se lo ha concedido.
LANCIOTTO Éste es el peor golpe... ¡La he perdido!
(Salen)
Escena Tercera
(Atrio interior de un monasterio, al que se entra por una gran arcada, junto a la cual se ve la cúpula de una iglesia. Es de noche)
PAOLO Todo está en silencio. En profunda calma reposan todos los habitantes de este santo lugar. Pero tú no, Francesca... tú no descansas y esperas ansiosa nuestro último encuentro. Sí, vendrás, o como te juré, en este mismo lugar mañana me encontrarás muerto... Nuestro destino está ya escrito en el cielo. Sólo os pido, piadosos dioses, que acabando con mis días se los otorguéis a aquella a la que adoro. No os pido ningún otro favor: consolad a mi amor y feliz moriré.
(tras algunos tañidos de campana)
¡Oh, Dios!... ¡Qué terrible sonido!... Un infeliz, en este mismo momento, ofrece a la naturaleza su último tributo... ¡Funesto augurio! Tiemblo...
(se repite el tañido de tanto en tanto)
Cruel amor, concédeme por favor un solo momento de calma. ¡Deja al menos que esta alma deje, oh Dios, de palpitar, sí! Despiadados y bárbaros dioses, cruel y tirano destino, no puedo con tanto dolor, no aguanto tanta crueldad.
(se sienta sobre un banco, y
La noche ha llegado ya a su mitad... Esta es la hora fijada... Francesca cumplirá su promesa.
(se levanta)
¡Silencio! Alguien se acerca. Se escuchan pasos por el atrio... Parece que alguien se acerca sigiloso.
FRANCESCA (acercándose a él) ¡Paolo!
PAOLO (corriendo hacia ella) ¡Francesca!
FRANCESCA ¿Tú, en este lugar? ¡Ah, cruel! ¿Qué te trae aquí?
PAOLO El dolor, el furor y el deseo de un amor desesperado.
FRANCESCA Desgraciado ¿Y quieres?
PAOLO Morir, si otra cosa no puedo, a tus pies.
FRANCESCA Quizá no sepas
PAOLO Yo sólo sé que te amo, y olvido todo lo demás. Tú me juraste... ¡Habla!...
FRANCESCA Juré guardarte fielmente mi corazón y te lo he guardado. El malvado sólo tiene mi mano, cruelmente se la concedió mi padre; pero él no posee mi corazón. Tuyo ha vivido y tuyo morirá. Si, yo te amo, y espero que dentro de poco mi muerte te lo confirme.
PAOLO ¡Ah, cruel, no hagas que sea la muerte la que me confirme tu fidelidad! Debes vivir conmigo y romper el poder que te ata a otro. Ah, si tú lo quieres, nuestro futuro todavía puede ser dulce y feliz.
FRANCESCA ¡Desgraciado!... Tú deliras...
PAOLO ¡Ardo! ¡Me consumo en llamas!...
FRANCESCA ¡Oh cielos, déjame!
PAOLO ¡Venceré tu resistencia o moriré a tus pies!
FRANCESCA ¡Levántate, huye!
FRANCESCA, PAOLO ¡Oh, cruel angustia!... A este llanto, a estas palabras no puede resistirse mi tembloroso corazón. Para poder hacer frente a este momento, ¡dame nuevas fuerzas, oh cielo, sí!
FRANCESCA Ah, vete: ha llegado el momento.
PAOLO ¡Cielos! ¿El momento de qué?
FRANCESCA Voy a la iglesia.
PAOLO ¡Ah, no... ven conmigo!
FRANCESCA ¿Y todavía lo esperas?
PAOLO O vienes conmigo, o caeré muerto.
FRANCESCA Tú deliras.
PAOLO No, amada mía.
FRANCESCA ¡Oh, tortura!
PAOLO ¡Oh, cruel sufrimiento!
FRANCESCA ¡Ah, déjame!
PAOLO Cruel, no creas, no te ilusiones con que pueda vivir dejándote a otro. Mi alma no tiene tu virtud, no es posible que yo siga viviendo.
FRANCESCA ¡Ah, no me hagas aún más desgraciada! Mi alma ya ha sido suficientemente herida; no puedo sufrir más.
LANCIOTTO (desde el fondo) ¡Ah, traidor, al fin te he encontrado detente! Mis deseos de venganza espiaron tus pasos. ¡Defiéndete!
FRANCESCA ¡Ah, socorro, piedad!
PAOLO ¡Vete de aquí!
LANCIOTTO ¡Estoy furioso!
FRANCESCA ¡Dirige el puñal solo hacia mí!
(expirando)
¡Ah, muero!
PAOLO (Para sí) Ella ha muerto-
LANCIOTTO Expiró...
PAOLO Que me mate el puñal antes de que lo haga el dolor.
(se apuñala a sí mismo)
LANCIOTTO (intentando detenerlo) ¡Detente!
GUIDO ¡Oh, cielos! ¡Qué gritos! Lanciotto ¿dónde está Francesca?
LANCIOTTO (amargamente) ¡Ahí está!
GUIDO (corriendo hacia ella) ¡Hija! ¡Al final la mataste, monstruo feroz!
LANCIOTTO La ha matado su pecado.
GÜELFO, CORO ¡Oh, noche atroz!
Escaneado y traducido por: Natan González 2023 |